Nella prima parte di questo post, abbiamo parlato dei memetoken in maniera generale. Con performance di prezzo senza pari, specie nella finanza tradizionale, queste cryptovalute hanno cambiato la vita di molte persone. Sui social hanno iniziato a girare foto di ville milionarie e Lamborghini: lo zenit dell’investitore moderno.
Ora però è d’obbligo mettere a fuoco la realtà. Per cambiare vita e diventare milionario le cose sono sostanzialmente due:
Entri nella crypto giusta quando non ha alcun valore e per un qualche motivo la holdi fino quasi a dimenticartene.
Sei già una persona facoltosa, o per lo meno benestante, che può entrare a partita in corso, ampliare il capitale, per poi uscirne. In questo caso, parlando di memetoken, e quindi di progetti potenzialmente molto rischiosi, sei anche pronto a perdere il capitale investito. Questo è un aspetto da tenere bene a mente di cui parleremo successivamente.
La realtà è che quando si sente parlare, dall’oggi al domani, di Doge o di Shiba Inu, è ormai tardi. La Market Cap è già alta, la bullrun è esaurita o sta per farlo. Ma l’utente inesperto, dopo aver letto l’articolo sul giornale, con un mutuo schiacciante sulle spalle e un lavoro che non lo soddisfa, imperterrito, ci crede ancora. Si convince che è solo una correzione del prezzo del token. Spesso, comincia a seguire improvvisati trader su Twitter che suggeriscono sia solo un bel periodo di accumulo, urla “Buy the dip!” sui social perché il token, che ha appena fatto +200%, sta per partire “To the moon” un’altra volta.
Invece questo non succede. Oppure accade molto raramente. Il token, se sopravvive, assume una forte correlazione con Bitcoin e comincia a comportarsi come una altcoin qualunque. La marketcap è troppo alta per nuovi exploit di prezzo, le voci si susseguono, entrano investitori istituzionali, i retail vendono ai primi cali. Insomma che il nostro memetoken diventa tutto ciò che volevamo: un “progetto”, non più un investimento puramente speculativo.
Ed è qui che mi ricollego alla Pt.1, cioè a quando lo staff alle spalle di un token comincia a costruire una propria blockchain, un proprio metaverso, a volte una stablecoin da ancorare al dollaro per poter dare buoni rendimenti nelle proprie farm. Tutto ciò accade nella DeFi, cioè la Finanza Decentralizzata. Una novità assoluta nata grazie alla blockchain, dove è possibile investire le proprie criptovalute e, facendola molto breve, ottenere interessi percentuali molto alti, regolamentati dagli algoritmi e dagli smart contract, utili per ottenere guadagni passivi. Questo sistema ha una grande attrattiva benché il rischio sia molto elevato.
Quando un memetoken termina la sua fase speculativa, talvolta viene legittimato con la costruzione di un piattaforma decentralizzata. Ed è quello che sta accadendo a Shiba. Migliaia di utenti ed investitori, che abbiano guadagnato dal pump del token, o che abbiano comprato ai massimi e ora siano in perdita anche di percentuali molto importanti, si stringono attorno al progetto per sperare di replicare la bullrun. Se lo ha fatto una o due volte, perché non può farlo ancora? Abbiamo spiegato perché sia molto difficile che ciò accada, eppure per molti, queste novità, sono solo nuove basi per poter ripartire “To the moon”.
La cecità che, a volte, avvolge l’investitore non gli permette di notare i contorni della vicenda: uno su tutti, i volumi. I grossi volumi che spingono il prezzo dei memetoken solitamente sono movimentati dalle whale, le cosiddette balene. Utenti che posseggono un gran numero di token e che spostano capitali da un progetto all’altro, facendone aumentare il prezzo, per poi uscirne in guadagno. Le balene ragionano in modo diverso dal semplice investitore: lavorano per perseguire la pura e rapida speculazione. E questa è una cosa da tenere bene a mente. Dopo la seconda bullrun di Shiba, il 13% della supply era in possesso di una sola Whale.
Nonostante ciò, il prezzo di Shiba è fermo da mesi. La community continua a sostenere il progetto in vista del lancio della Blockchain e del Metaverse, e per ora la fede sembra inscalfibile.
I 100 indirizzi Shiba Inu (SHIB) più ricchi
Per Doge il discorso è diverso. La community è forse tra le più focose e attente a ciò che si dice riguardo al token. Chiunque abbia provato a digitare l’ashtag #Doge su Twitter, avrà notato le shitstorm sistematiche a chi si prende la briga di criticare la crypto o sottolinearne la stretta correlazione che la lega a Elon Musk. Ogni tweet dell’imprenditore è accolto con gioia e spesso è vittima del tentativo di collegare ogni parola digitata a Doge. Gli è costantemente chiesto di poter pagare i prodotti delle sue aziende con Dogecoin, ed Elon ha già aperto alla possibilità, per esempio, di poter utilizzare la cryptovaluta per il merchandising Tesla. Proprio in questi giorni è data per conclusa l’ acquisizione del social network Twitter da parte dell’imprenditore e, senza correlazioni ufficiali, Doge ha immediatamente acquistato il 9% del valore, per poi perderlo quasi immediatamente, in una danza che si ripete sempre più spesso. Lui stesso è un fervente sostenitore e holder della moneta: in passato sostenne che Doge sarà la valuta del popolo e verrà usata per ogni tipo di commercio.
L’entusiasmo che muove le masse intorno a Doge e a Shiba è un qualcosa che non si è mai visto prima nel mondo delle Cryptovalute. Forse solo lo stesso Bitcoin può pensare di competere in quanto cieca fede e strenua difesa dei valori, da parte dei sostenitori, nell’assoluta utilità delle stesse nel nostro quotidiano. Per il momento non è ancora così, ne per Doge, ne per Bitcoin (anche se la rete Lightining Network sta cambiando le carte in tavola), ne per nessun’altra Cryptovaluta.
Twitter è senza dubbio la piattaforma principale sulla quale discutere di Cryptovalute, ma è su Telegram che si trovano i gruppi più radicali. Peraltro accade che, soprattutto su questo social, si diventa esperti di crypto-finanza avanzata. Si impara cosa è il Bridge, a fare arbitraggio tra due prezzi, si compra su Cex sconosciuti per rivendere altrove e guadagnare sulla differenza. Questo, e molti altri trucchi, danno l’illusione di essere investitori qualificati. La pericolosità, per la persona inesperta, è ritrovarsi a tentare passaggi, specie se parliamo di DeFi, dove è molto semplice perdere i propri token o cadere vittime di truffe.
Un ingrediente che non manca mai è l’entusiasmo immotivato. La ricerca di notizie potenzialmente bullish per alimentare la speranza che il proprio investimento possa decollare. Questo atteggiamento è dettato dalla certezza che si sia entrati in anticipo su qualcosa che andrà sicuramente “To the moon” e di cui si possiedono trilioni di token, pagati poche centinaia di dollari.
Una delle peculiarità dei memetoken è senza dubbio la supply tri o quadrimilionaria. Nella creazione del token, i programmatori non risparmiano gli zeri. Questo perché, sotto il lato psicologico, detenere miliardi di token fa sentire ricchi gli hodlers, creando in essi la falsa illusione che il token possa arrivare a 0,1 o 1$. Un altro motivo, più pratico, è che lo staff può twittare continuamente di enormi Burn con i quali togliere dal mercato miliardi di token dando l’impressione che, in caso di scarsità del prodotto, questo aumenti il suo valore.
Spesso non è così, anzi. Non sono rari i casi in cui lo staff non brucia davvero i token, ma li utilizza per compiere manipolazioni, ”legali” o meno, utili per raddrizzare il timone del progetto. Nei movimenti poco cristallini dei token può capitare che alcuni volumi vengano sottratti e utilizzati per comprare altri token e aumentarne il prezzo. Il buyback è una pratica comune nelle crypto e la si utilizza spesso, specie a seguito di una importante pressione di vendita.
Capita anche che, se sono già stati lanciati, lo staff compri i suoi stessi NFT per lo stesso motivo: creare scarsità, quindi Fomo e aumentarne valore e Floor Price.
Quando i memetoken non sono ancora listati sulle principali piattaforme exchange, si possono acquistate tramite i Dex (decentralized exchange), come PancakeSwap su rete BnB o Uniswap su rete Ethereum. Ne esistono molti altri, che operano su diverse blockchain e permettono anche i bridge, cioè lo spostamento dei token da rete a rete. Per un utente inesperto inoltrarsi in questo mondo è potenzialmente rischioso. Non è affatto semplice, agli inizi, capire i meccanismi dello swapping. I memetoken, in questo, si sono evoluti. Da qualche tempo, direttamente dai loro siti, hanno creato finestre personalizzate dove poter acquistare il token in pochi semplici passi. Per dare una parvenza di utilità al progetto, oltre all’exchange, possiamo trovare anche i wallet, i casinò, a volte anche carte di pagamento come nel caso di Safemoon.
Tutto ciò ha il vantaggio di creare legittimità al progetto, ampliando nell’utente l’idea che ci sia molto lavoro alla base e grande serietà da parte dello staff nel portare avanti un concetto che prima o dopo esploderà. La speranza è che il token diventi un punto cardine nel mondo delle criptovalute, con un valore enorme che si rifletterà, ovviamente, sul prezzo. Così, l’utente, possessore di miliardi di token, diventerà milionario per aver creduto dal primo minuto nel progetto.
All’inizio abbiamo parlato di investire, in questi progetti molto rischiosi, il capitale che si è disposti a perdere. Spesso accade il contrario, cioè che l’investitore inesperto, alla ricerca di un guadagno facile, scommetta (si, siamo al limite del gambling) più soldi di quanti possa permettersi di perdere. Ed è in questi frangenti, specie quando il prezzo scende e non ripaga lo sforzo, che subentrano stress e rinnegamento. Si cerca conforto sui gruppi Telegram o su Twitter. Si attacca chi parla male del token, creando vere e proprie shitstorm attorno a chi si permette di contestare la bontà del progetto.
Nei casi di Shiba Inu e Doge, due token ormai consolidati, questo accade perché chi ha perso il treno spera ancora in una corsa simile alle precedenti. Poi c’è chi, grazie a questi token ha guadagnato, in maniera più o meno importante, e spera di replicare. Queste tipologie di utenti, per la maggior parte, compongono le armate fidelizzate, o meglio, radicalizzate, che lanciano proseliti sui social non permettendo contradditori. Una sorta di cieca tifoseria.
Paura e avidità creano il demone della disputa e, le piattaforme, ne sono l’arena.
In chiusura, ricordo che ogni parola digitata in questo post è pura espressione del pensiero dell’autore. Questi articoli sono assolutamente gratuiti e se vi fosse piaciuto quanto letto, sarebbe gradita l’iscrizione e la condivisione della newsletter. Ricordo anche che, ogni consiglio, o critica costruttiva, può contribuire alla crescita del progetto.
Per dare un aiuto concreto allo sviluppo di Crypto Distortion, potete utilizzare il codice “Distortion” sulla app Relai per avere uno sconto dello 0,5% sulle commissioni di transazione.
Cosa è Relai?
Relai è il modo più facile e veloce per comprare Bitcoin, senza registrazione di dati personali (KYC), fino a un limite di 900€ al giorno. Relai è l’app perfetta per comprare, vendere e creare il proprio piano di accumulo settimanale o mensile su Bitcoin. Il servizio è non-custodial: i fondi acquistati verranno versati su un wallet di cui solo voi avrete le chiavi d’accesso.