Vista la mole di informazioni trattate, e per non annoiare chi già conosce l’argomento, il post verrà suddiviso in due parti:
Pt.1 a cosa servono i memetoken
Pt.2 le community e il proselitismo attorno a questi token
Non sono un massimalista di Bitcoin ma investo nelle cryptovalute con in mente un obbiettivo ben preciso: accumulare più Satoshi possibile.
E non essendo, appunto, massimalista, accumulo anche Ethereum. Queste le considero le Core su cui appoggiare interamente la mia strategia. Per farlo, ovviamente, o converto direttamente i fiat tramite un exchange come Crypto.com, o cerco di creare liquidità.
Come si crea liquidità?
Bella domanda. Nel mio caso, investo in token (o coin, la differenza è sostanziale) che possono avere importanti performance di prezzo. Da tenere bene a mente che suddetti exploit possono essere in guadagno, ma anche in perdita. Detto ciò, senza dilungarsi in discorsi banali, non c’è probabilmente metodo più rischioso, ma anche remunerativo, che investire nei memetoken.
I tre memetoken con la maggior capitalizzazione sul mercato Crypto.
Cosa è un memetoken?
Alcune persone considerano i memetoken un unico insieme: shitcoin. Cioè tutte quelle monete scam (truffe) dietro le quali c’è un qualcuno con brutte intenzioni pronto a scaricare le sue posizioni, raccogliere i soldi e scappare con il malloppo. E molto spesso è davvero così. Ma ci sono delle eccezioni degne di nota.
Nel primo post di questo blog ho criticato i media generalisti per i pochi sforzi che si compiono per dare una corretta informazione su un mondo che ormai non si può più considerare solo di nicchia. L’informazione dovrebbe fornire gli strumenti basilari per poter permettere all’utente di potersi approcciare in modo corretto a questo universo. E invece ciò non accade.
Si legge di cryptovalute solo in due casi:
Quando Bitcoin, o qualche altra moneta, hanno un exploit tale che è impossibile non parlarne.
Quando qualcuno viene truffato e quando un hacker si fa pagare il riscatto di un attacco informatico in Bitcoin, o magari in Monero, la moneta che più di tutte garantisce privacy e anonimato.
Specialmente nel primo caso, dare in pasto al grande pubblico una notizia di tale portata può essere davvero rischioso, poiché può spingere molte persone a entrare con investimenti non ponderati, ad esempio a bullrun terminata, portando ad acquistare sui prezzi massimi e subendo, in un breve lasso di tempo, grosse perdite.
Tra le crypto che hanno fatto scalpore in questi anni, Bitcoin a parte, ce ne sono state due di notevole importanza: Dogecoin e Shiba Inu. Entrambe hanno in comune di affidare la propria immagine a un cane. Sono meme, cioè un qualcosa che nasce per gioco senza una apparente utilità. Ma non mi dilungherò sulle specifiche o sui fondamentali dei singoli token.
Ogni giorno escono notizie che riguardano la blockchain (Shibarium) e il metaverse (Shiberse), su cui Shiba andrà, o almeno proverà, a costruirvisi un futuro. Si susseguono annunci potenzialmente bullish, che al momento non sembrano schiodare il prezzo del token. A chi scrive, tutto ciò sembra essere un tentativo di dare legittimità e utilità a un qualcosa che è nato per essere solo una grande operazione speculativa. Altra valida ipotesi è che il token sia giunto a un punto della sua esistenza dove deve mostrare della sostanza per non far uscire gli holders dal progetto, i quali potrebbero disinvestire e incassare i guadagni, abbattendone il prezzo. Ma questo è forse un altro discorso. Per quanto riguarda Doge, essendo una moneta facilmente scambiabile, le notizie più frequenti derivano dall’allargamento della platea delle aziende presso le quali sarà accettata come forma di pagamento.
Doge è il capostipite dei memetoken, o perlomeno quello che ha raccolto maggior successo. Nato nel 2013 dai programmatori Jackson Palmer e Billy Markus, ha raccolto l’endorsement di un pezzo da novanta dell’imprenditoria mondiale, molto attento alle novità tecnlogiche: Elon Musk.
Da tempo il valore di Doge è legato ai tweet di Elon Musk.
Questa crypto ha fatto la felicità di molte persone in maniera inaspettata, e per certi versi, immotivata. Per farvi un esempio: ho conosciuto una persona che, agli albori, minava Doge (Doge, come Bitcoin, utilizza il metodo di convalida dei blocchi PoW, cioè Proof of Work) con un vecchio gtx 560, riuscendo ad accumularne oltre un milione. Il problema è stato che, se non provvisti di sfera di cristallo, quasi nessuno si sarebbe aspettato un exploit del genere da un memetoken senza alcuna utilità di base, per ammissione degli stessi creatori. Questa persona ha venduto tutti i suoi Doge, che reputava inutili, a una cifra totale di 50$. Al momento della scrittura di questo articolo, con un prezzo di 0.14$ l’uno, varrebbero quasi 140.000$. Grazie alla famosa bullrun di maggio 2021, che ha portato a un Ath di 0,73$, si è discusso, con argomentazioni che spaziavano dalla truffa alla sopraggiunta sovversione dell’economia mondiale, di Doge in ogni angolo del pianeta, lanciandolo nell’olimpo delle crypto più ambite e scambiate.
L’altro memetoken che ho menzionato è Shiba Inu.
Non si conoscono i fondatori o i programmatori di Shiba, lanciato su blockchain ERC20. Il token ha avuto notevole successo qualche mese dopo il lancio, con due bullrun storiche. La prima il 10 Maggio 2021, che ha portato il prezzo a un + 200% in poche ore. La seconda, quella del 27 Ottobre 2021, ha generato più di un +400%.
Analizzando questi importanti exploit di prezzo si può capire il perché di tanto scalpore. Attorno a queste due monete, ma non solo, si sono formate community enormi.
Un’altra meme, presentata come il Doge degli NFT, è la neonata Apecoin. Creata dal Yuga Labs’ Bored Ape Yacht Club project, vede la sua futura utilità nel mondo Bored Apes Yacht Club, cioè tutte quelle immagini scimmiesce, ma non solo, che vengono scambiate su Opensea, il più grande market NFT della rete, a centinaia di migliaia di dollari l’una.
A breve verrà lanciato il Metaverse, Otherside, dentro la quale si potrà interagire utilizzando sia gli NFT che il token. Oltre alle Bored Apes, fanno parte dell’universo anche CryptoPunk, di cui un NFT della serie “Alien” è stato scambiato per quasi 24 Milioni di dollari, Mutant Apes Yacht Club, o MAYC e i Bored Ape Kennel Club.
L’universo attorno a Yuga labs è enorme, con volumi di miliardi di dollari. L’approdo di un token, utilizzabile sulle future piattaforme correlate al mondo Bored Ape, era scontato. Il problema di questa cryptovaluta, senza dubbio artificiosa e facilmente manipolabile, nasce però nel momento in cui viene distribuita. Ma per non appesantire la discussione ne parleremo in futuro.
Molti altri Memetoken, più o meno importanti, sono sostenuti da community composte da migliaia di persone. Uno è BabyDoge, di cui bisogna far menzione (a sua volta nel mirino di Elon Musk), ha appena lanciato la sua linea di NFT.
Dogelon Mars, già listato su exchange importanti come Crypto.com. Floki Inu, Kiba Inu, Kishu Inu, protagonisti di massicce campagne di sponsorizzazioni, Saitama, che fece uno dei più grandi exploit del comparto, ma che ora vive momenti complicati.
Potrei continuare all’infinito, dato che ogni giorno ne vengono lanciati di nuovi. Alcuni sono scam, altri possono rivelarsi eccellenti metodi per generare liquidità.
Sui gruppi Telegram, poi, ci sono diversi cacciatori di gemme che cercano di scovare i memetoken agli albori, appena lanciati. Spesso si concentrano sulle blockchain in rampa di lancio, come Cronos. Lanciare un token costa poche centinaia di dollari e nessuna conoscenza di linguaggi di programmazione. La stragrande maggioranza sono truffe che scaricano la propria posizione dopo poche ore, portandosi a casa, a seconda della partecipazione che hanno avuto, migliaia di dollari.
Basti pensare che il nome Croshiba, che si rifà allo Shiba Inu originale ma su rete Cronos, è nata e scomparsa già diverse volte. Sicuramente è uno dei nomi più abusati, ma se si pensa che già alcuni progetti originali sono investimenti rischiosi, non può che destare sospetto qualsiasi derivazione con prefisso Cro-.
Ho utilizzato questa prima parte, che per molti lettori può essere considerata molto banale specie se mastica già del mondo Crypto, per dare un poco di contesto alla parte 2.
In chiusura, ricordo che ogni parola digitata in questo post è pura espressione del pensiero dell’autore. Questi articoli sono assolutamente gratuiti e se vi fosse piaciuto quanto letto, sarebbe gradita l’iscrizione e la condivisione della newsletter. Ricordo anche che, ogni consiglio, o critica costruttiva, può contribuire alla crescita del progetto.
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