In contrapposizione all’articolo della scorsa settimana che trattava di influencer e dell’impatto che hanno sulla crypto community, ho il piacere di rivolgere qualche domanda a un esperto del settore finanziario che si occupa anche di cryptovalute. Lui si chiama Alessandro Lavarello ed è trader professionista dal 2007, appassionato di materie finanziarie e borsistiche fin da adolescente, ha operato presso le sale trading di Twice Sim e poi IWBank. Socio Ordinario SIAT (Società Italiana Analisi Tecnica) è intervenuto per alcuni anni come analista tecnico su Le FontiTV. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora segue e scrive di blockchain e criptovalute, attento alle applicazioni e sviluppo verso l’economia reale.
Ciao Alessandro: comincia con il raccontarci della tua formazione e del tuo background.
Ho iniziato a fare il trader a tempo pieno nel lontano 2007, ovviamente sui mercati tradizionali, partendo dallo scalping per poi evolvermi sui mercati dei Future e soprattutto obbligazionari. Ho avuto la fortuna di operare in quelle che erano le sale trading che mettevano a disposizioni dei clienti le varie SIM che ormai sono scomparse.
Da quanto tempo ti occupi di criptovalute?
Le Cryptovalute le ho conosciute attorno al 2015/16. Ho speso alcuni mesi per comprenderle, per capire cosa c’era dietro, cos’era una blockchain, a cosa serviva un algoritmo crittografico od un hash.
Chi ti chiede informazioni su questo specifico ambito finanziario, in quanto esperto del settore, lo fa con l’intento di inseguire la mera speculazione o vuole essere informato sull’utilità e i casi d’uso del prodotto crypto nella vita di tutti i giorni?
Essendo un trader privato, per legge, non posso gestire portafogli di clienti. Ci sono persone, perlopiù amici, che mi chiedono informazioni e che si avvicinano alle crypto perché incuriositi dal lato speculativo.
Devi quindi specificare che non sono consigli finanziari?
Nel trading tradizionale non si può investire per conto terzi perché sarebbe illegale, la normativa sulla consulenza finanziaria e sollecitazione del pubblico risparmio riserva l’attività solo a persone iscritte ad appositi albi come i promotori finanziari. Nel mondo crypto entriamo nuovamente in una sfera più nebulosa e non normata. Ma in base a quella vigente sugli investimenti, quando si fa rifermenti a questi ultimi, è una forma di sollecitazione al pubblico risparmio. I rischi di incappare in qualche denuncia ci sono, per questo è sempre meglio scrivere il disclaimer “sono opinioni personali e non inviti agli investimenti.”
Il trading può diventare un lavoro? Una persona senza studi specifici in economia, può raggiungere una conoscenza tale dell’analisi tecnica per la quale può abbandonare il proprio lavoro e dedicarsi solo a questo?
Si, lo può diventare, è forse uno dei pochi lavori che ti può dare la libertà, non solo economica, di essere l’unico padrone del tuo tempo. L’importante è non farsi travolgere e risucchiare eccessivamente dai mercati.
Per iniziare a fare trading, quali indicatori pensi debbano essere approfonditi e studiati? Giunti a un buon livello base, invece, su cosa ci si può concentrare di un po' più complesso?
L’analisi tecnica si occupa di probabilità e non di certezze ed il trader deve cercare di operare con tecniche o sistemi che lo portano ad operare avendo la maggior parte di probabilità a suo favore, il che vuol dire che bisogna avere pazienza.
Una base per iniziare può essere l’utilizzo delle medie mobili, che sono trend following, per cui sono sempre in ritardo per loro natura ed hanno bisogno di un trend per cui non sono adatte nelle fasi di trading range.
Un altro passo può essere studiare il set up degli indicatori di Welles Wilder, in primis l’RSI, un indicatore di forza relativa che da un’ottima immagine del momentum di un indice, titolo o crypto ed è adatto nelle fasi di lateralità per strumenti che restano in trading range per molto tempo. Inoltre anche le divergenze tra RSI e trend del prezzo sono molto utili come potenziale indicazione di un’inversione del prezzo.
Lo studio dei vari indicatori porta poi il trader a costruirsi il suo vestito, cioè il sistema più adatto al proprio modo di operare ed alla propria personalità. La conoscenza della materia e l’esperienza portano poi ad addentrarsi in quello che sono i movimenti armonici e ripetitivi dei mercati, che per lo più sembrano erratici e folli, in verità hanno ritmi e tempi che si ripetono, oltre aver principi di fisica come quello della azione/reazione od inerzia.
Chi decide di dedicarsi al trading professionale, quanto tempo dovrebbe impegnare nello studio? Quale è, ad esempio, la predisposizione mentale che bisognerebbe assumere agli esordi?
Io ho una formazione giuridica, e ben poco finanziaria, la formazione la si può fare, con passione ed interesse, per la materia in primis. E poi con tanta lettura a tema o con dei corsi specifici seri, evitando i venditori di fumo. Personalmente ho fatto il corso della SIAT (Società italiana di analisi tecnica) che da i fondamenti basilari per fare il mestiere di trader, sia sui mercati tradizionali che su quelli crypto.
Il tempo da dedicargli non è poco: è sempre uno working in progress perché i mercati non sono statici si evolvono. Personalmente mi sono dovuto reinventare spesso, cambiando stile ed approccio ai mercati più volte. Il lato ancor più brutto è che i mercati non diventano più facili: sono sempre più complessi, interconnessi ed afflitti da variabili imprevedibili. Soprattutto sono sempre più vittime degli “high frequency trading”, più semplicemente i bot.
Quale è il tuo pensiero riguardo ai trader, spesso molto giovani, che condividono le loro analisi sui social?
Il mondo del trading esula dal mondo della consulenza finanziaria che è ampiamente normata, per cui non avendo regole stringenti è facile imbattersi in venditori di fumo, che affittano la Lamborghini per fare il video sui social, o che usano conti demo per fare veder profitti inesistenti. Nel mondo delle crypto ciò è molto diffuso.
Le crypto hanno dato molte occasioni, negli anni passati, di fare dei per 100 o per 1000, partecipando ad Ico o comprando coin senza aver la minima idea di cosa si stesse facendo. Ma questi colpi di fortuna non trasformano in trader professionisti, ne tanto meno danno l’esperienza per saper affrontare con continuità i mercati.
Per cui il consiglio è: state lontano dai venditori di performance di instagram o tik tok.
Cosa ne pensi dei trader che emigrano ad operare in paesi dove la tassazione è senza dubbio più agevolante?
Il discorso tassazione al momento è più discusso che complicato. Per il momento, l’Italia, riguardo al mondo crypto ha traslato, con regolamenti dell’Agenzia dell’Entrate, la normativa valutaria ed a quella che si deve sottostare.
In questa situazione, in verità, c’è un difetto di fondo essendo che in Italia vige il principio di riserva di legge, che è una forma di garanzia dello Stato di diritto.
In parole povere, i cittadini sono tenuti a rispettare le leggi ma lo Stato può pretendere sulla base delle leggi. Nell’attuale situazione di fiscalità sulle crypto, l’agenzia dell’entrate ha assimilato le crypto alle valute, ma non ha potestà legislativa.
Venendo da studi giuridici, personalmente questa cosa mi infastidisce un po’. O si norma la materia, o prima o poi credo che qualcuno porterà il tutto davanti ai giudici della Corte Costituzionale e non più davanti alle commissioni dell’ufficio delle Entrate.
Come ti approcci al lavoro della crypto community, e degli altri trader, quando esibiscono analisi che divergono dal tuo pensiero?
Ho il mio metodo, e le mie tecniche sono il mio vestito. Da quelle, cerco di non sgarrare mai. Resto aperto all’ascolto, quello sempre, ma ormai riesco a pesare il mio interlocutore se sta parlando con cognizione o meno.
Solitamente operi sempre sugli stessi asset o sei disposto a sperimentare? Non temi la volatilità delle criptovalute?
Tendenzialmente cerco di operare su token che conosco, o di cui ho studiato utilità e casi d’uso. In verità non serve a molto dal punto di vista del mero trading, ma così facendo cerco di mettermi al riparo dai cosiddetti scam.
In linea di massima opero sulle principali crypto: Ethereum e Bitcoin, allargandomi verso quelle che nel corso del tempo scalano le classifiche del mercato e di gradimento degli investitori.
A questo proposito, per scoprire le nuove, è molto utile il confronto con la community dell’ambiente crypto, che da spunti ed informazioni molto interessanti.
Hai un portafoglio di accumulo sul quale non fai trading e delle monete che holdi sul lungo periodo?
Si, e quello che holdo lo metto fuori dagli exchange. Su questi ultimi per lo più lascio le posizioni da trading o da staking.
Personalmente ho questo credo “le Altcoin sono una nota a piè di pagina del Bitcoin”. Con ciò intendo che il Bitcoin ad oggi comanda questo settore, il resto è corollario, ma in non pochi casi ha un importante peso anche dal punto di vista del trading.
Per assurdo ritengo che molti progetti Altcoin abbiano molta più importanza del Bitcoin dal lato pratico, per la diffusione e l’utilizzo del sistema della blockchain e dei servizi legati, ma molto meno per quanto riguarda il loro mero valore di prezzo.
Un errore nelle crypto di cui ti penti?
Non averci creduto subito, essere stato troppo ponderato e volto a capire che cosa fossero. Da questo punto di vista sarebbe stato molto meglio essere giovani ed incoscienti.
Qua l'è il tuo pensiero su Bitcoin e sul futuro delle criptovalute in generale?
Il Bitcoin è, e credo sarà, il fulcro di questo settore dal punto di vista del riconoscimento del suo valore da parte delle masse, mentre il futuro della diffusione delle crypto, in ampia parte è legato a tutte le Altcoin che con dApps, NFT, DeFi contribuiranno alla diffusione dei servizi.
Concludiamo questa intervista con una domanda relativa all’argomento su cui ruota questo format. Come ti approcci alla community Twitter di cui fai parte? Credi sia una reale ricchezza, uno scambio di preziose informazioni, o possa essere in un certo senso anche un pericolo poiché può spingere persone impreparate a investire su asset di cui sentono parlare, fidandosi senza informarsi?
Twitter ha una bella community per quanto riguarda il mondo delle crypto, oggettivamente passa molta di quella che è l’informazione sui progetti o sull’utilizzo dei servizi. I primi a partecipare spesso sono proprio i fondatori e i developer. A ciò poi va aggiunto l’apporto di tutta una parte di utenti che si sono appassionati alle crypto e che portano le loro informazioni rendendo il tutto molto dinamico. Il mondo di Twitter non è roseo: é importante saper scremare e scegliere gli interlocutori con cui confrontarsi perché, oggettivamente, ci sono tanti scammer e soggetti che si passano per esperti senza nessuna preparazione o conoscenza. Esiste il rischio che qualcuno di meno accorto, e dai facili entusiasmi, si faccia trascinare e si butti in qualche investimento senza averlo approfondito.
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