Disclaimer:
Ciò che leggerete in questo post è frutto del mio solo pensiero e dei miei ragionamenti. Informandomi su questa novità, mi sono sorti numerosi dubbi su cui sto continuando ad arrovellarmi, senza trovare motivi validi per accettare serenamente questa nuova, storica, svolta del rivoluzionario protocollo distribuito chiamato Bitcoin.
Non mi dilungherò su cosa sono gli Ordinals e gli Inscription, non ho le capacità tecniche per spiegare a cosa servono e inciamperei sicuramente in strafalcioni evidenti e pericolosi. Se l’argomento dovesse interessarvi, consiglio di informarsi sui vari canali di informazione che si trovano online e che vi linkerò mano a mano.
Questi che andrò a elencare, sono dubbi personali sull’eticità di codesto aggiornamento nei confronti del codice Bitcoin.
Bug di Taproot?
Negli ultimi giorni è apparso il dibattito su Ordinals e Inscription, che, molto sbrigativamente, sono: (prendo in prestito la citazione dal profilo dell’amico Luigi Travaglini @Handycrypto)
Ordinals è un nuovo progetto NFT nel mondo #bitcoin che sta sfruttando Taproot per le "Inscriptions". Queste "Inscriptions" sono create includendo contenuti simili a immagini, testi o svg in una transazione in particolare nella sezione del "witness". Le Inscriptions sono "legate" al primo satoshi del primo output della transazione, marcandolo permanentemente ed intrecciandolo con gli altri dati.
Di seguito il tweet dove spiega accuratamente l’argomento.
La prima domanda da farsi: è stata una modifica voluta o un bug di cui ci si è accorti successivamente, da cui poi è nata un’opportunità? Pare che la questione non sia così chiara. Se fosse stato un bug, anche benevolo, bisogna cominciare a interrogarsi sulla possibilità, prima o poi, di compromettere il codice del protocollo.
La corsa alla storia
Uno dei problemi del codice potrebbe essere l’eccessiva rincorsa al voler mettere il proprio timbro sul codice di Bitcoin da parte degli sviluppatori. Sentiamo parlare continuamente dell’ossificazione del codice, che il codice è la legge, ma quale codice è da ossificare? Quale codice è davvero legge?
In passato fu corretto un bug del codice originario di Satoshi Nakamoto, poi arrivò il soft-fork Segwit, ora Taproot, RGB e chissà quanti ancora. Il Bitcoin Core è colmo di proposte, con quella che sembra a tutti gli effetti una corsa alla proposal, per poter scrivere il proprio nome accanto a quello di Satoshi Nakamoto. Quello che personalmente non capisco è: perché abbiamo (giustamente) evitato di aumentare la dimensione dei blocchi durante la block-size war, andando poi a costruire un Layer 2 come Lighning Network per usufruire dei micropagamenti istantanei, e con gli NFT non si può fare la stessa cosa senza andare a toccare la time-chain originaria? In realtà pare che diversi progetti siano orientati in questa direzione, ma ormai i cancelli sono stati aperti, i buoi sono fuggiti dalla stalle e potrebbe essere troppo tardi. Analizzeremo successivamente perché. Sento ripetere continuamente che, all’aumento delle fee, sarà il mercato a decidere se questo sistema sarà accettato oppure no.
E qui inoltro un altro punto.
L’aumento delle fee
Sarà il mercato a decidere se questa modifica avrà successo oppure no, ma nel frattempo perdiamo di vista il focus principale: aumentano le fee per fare quello per cui Bitcoin è nato: transazioni di denaro veloci ed economiche. Transare on-chain sarà sempre più costoso, lo sarà anche caricare anche questi NFT, che diventerà privilegio per pochi. Il problema è che il mondo attorno a Bitcoin non sta girando di pari passo all’aumento delle fee. Faccio un esempio: exchange KYC light come Relai, Bitkipi e altri, permettono di acquistare Bitcoin, spedendoli direttamente su un tuo wallet privato. Quando vuoi prelevare questi Bitcoin, lo devi fare on-chain, essendo che per il momento, questi servizi, non hanno ancora implementato Lightning Network. Questa banalissima operazione risulterà molto più costosa, a tal punto da poter scoraggiare molte persone dal convertire le proprie fiat in Satoshi. Meritiamo davvero di pagare più fee per avere la possibilità di caricare NFT on-chain? Che contributo reale, palpabile, portano all’utente?
Ci siamo sentiti dire che potrebbero soppiantare, ad esempio, i certificati notarili, essendo un registro distribuito, immutabile e consultabile in ogni momento.
Per dare un aiuto concreto allo sviluppo di Crypto Distortion, potete utilizzare il codice “Distortion” sulla app Relai per avere uno sconto dello 0,5% sulle commissioni di transazione.
Cosa è Relai?
Relai è il modo più facile e veloce per comprare Bitcoin, senza registrazione di dati personali (KYC), fino a un limite di 900€ al giorno. Relai è l’app perfetta per comprare, vendere e creare il proprio piano di accumulo settimanale o mensile su Bitcoin. Il servizio è non-custodial: i fondi acquistati verranno versati su un wallet di cui solo voi avrete le chiavi d’accesso.
Gli NFT sono davvero immutabili?
Ema compra un’auto da Luca. Non vanno ne dal notaio, ne da una scuola guida. Decidono di utilizzare questa innovazione. Luca scrive una dichiarazione dove firma in calce il passaggio di proprietà del bene a Ema. Abbiamo la certezza che Ema, a questo punto, non possa modificare il certificato includendo oltre all’auto, anche la casa di Luca? Siamo sicuri che Ema non possa caricare una .jpeg sostituendo l’originale?
E’ un esempio davvero estremo, ma utile a capire che non esiste la certezza che il possessore del Satoshi, e quindi dell’NFT, non possa davvero modificare l’immagine a sua diposizione. C’è del nebuloso e dobbiamo prenderne atto.
Questo punto, e molti altri, li espone in maniera molto esaustiva il video di Blockchain Caffè.
Divinizzazione degli sviluppatori
Tornando un attimo indietro, nel dibattito degli ultimi giorni, emerge forte un fattore: la divinizzazione degli sviluppatori. E’ nata una possibilità, gran parte dei developer sono d’accordo sul mantenerla, nel non censurarla e così, grazie alle loro competenze e capacità, molte persone si accodano a prescindere, facendo loro i motivi per cui questa modifica è buona. Sono d’accordo che abbiamo un debito di gratitudine verso chi dedica la propria esistenza allo sviluppo continuo del protocollo Bitcoin, ma ricordiamoci che siamo umani e fallibili. L’unico a meritare un trattamento divinatorio era uno e uno soltanto: Satoshi Nakamoto. E infatti, anche per evitare questa possibilità e scindere il più possibile la componente umana da Bitcoin, ha scelto (è dovuto?) sparire dalla circolazione. Il più grande regalo che ci ha fatto, dopo Bitcoin, è proprio questo. I raduni, le fiere e le convention creano fermento, idee e stringono legami, cioè il succo dell’evoluzione umana (e in questo caso, digitale, trattandosi di Bitcoin). Ma in certi casi possono annacquare le divergenze, le prese di posizione, il dibattito stesso. Se una personalità dice x, la possibilità è che molti, come già detto poco sopra, possano mostrarsi accondiscendenti a prescindere, catturati dall’aura di competenza che tale personalità ha meritato in anni di sviluppo nell’ambiente.
Giacomo Zucco con questo tweet ci ricorda che senza lo sviluppo non ci sarebbero queste importanti innovazioni,
ma nessuno commenta che nello sviluppo esistono inciampi ed errori (li ha commessi Satoshi Nakamoto stesso) e che bisogna essere bravi tanto a prevederli quanto ad accorgersi quando ormai sono stati lanciati online, onde evitare di compromettere il codice originario. Soprattutto bisogna essere bravi ad ammettere di averlo fatto, un errore.
Chi ha provato a contestare questo aggiornamento di, Adam Back, ha dovuto prima cancellare il tweet, poi fare una clamorosa retromarcia. Stiamo parlando di uno dei padri fondatori del movimento cypherpunk, nonché uno dei primi ad aver messo le proprie mani e le proprie idee dentro Bitcoin. Il suo è stato un ripensamento reale?
Sebbene ne sentiamo parlare continuamente, l’ossificazione del codice, che dovrebbe essere legge, è ancora molto distante. Non allontaniamola per ambizioni personali.
Aumento del peso dei blocchi
Con l’inserimento di queste immagini, che siano disegnini o certificati con una reale utilità, non aumentano solo le fee, ma anche il peso dei blocchi stessi. Rimando al tweet di Luigi per approfondire il discorso della weight units. Il problema è che i nodi distribuiti in tutto il mondo, hanno Hard Disk limitati. Io sono in possesso di un nodo con un Hard Disk da 1 TB e non sarà certo un guaio da parte mia acquistarne uno più capiente tra un po' di tempo. Ma il problema, un’altra volta, è etico. Essendo che il nodo scarica tutta la Time-Chain rendendola disponibile online 24/7, è giusto gravare sul peso di quest’ultima andando a inficiare la capienza di ogni nodo sulla faccia della terra?
Mi ripeto: perché per le transazioni abbiamo inventato il Lightning Network evitando l’aumento della Block-Size, mentre abbiamo permesso agli NFT di infestare la time-chain appesantendola e rendendola possibile vittima di spam?
L’NFT che ha riempito il blocco più grande mai minato, circa 4MB.
E qui lancio un altro spunto: cosa verrà caricato sulla time-chain?
Spam ed immagini moralmente non accettabili
Immaginate due momenti diversi. Il primo è quando transare sulla Time-chain sarà così costoso che potranno farlo solo multinazioni e Stati. Saremo invasi da propaganda e pubblicità, quindi verrebbe meno la possibilità di caricare certificati, quello per cui è nata (per caso? Torniamo sempre qui) questa opportunità. E saremo dirottati su un Layer 2. E allora perché non aspettare il momento in cui sarà utilizzabile questo mezzo?
Il secondo momento è quando cominceranno ad apparire manifesti di violenze, immagini pedopornografiche, taglie sulla testa di qualcuno. Il peggio che possiate immaginare. Il principio di Bitcoin è basato sulla non censurabilità, e ci mancherebbe. Ma siamo davvero in grado di accettare tutto ciò? Qualè il vero limite all’incensurabilità? Senza contare l’accanimento mediatico di cui Bitcoin non ha bisogno, di stampa e istituzioni che non lesinano certo ad approfittare di ogni cavillo per mettere il protocollo con le spalle al muro. Diciamo sempre che Bitcoin se ne frega di ciò, ma la realtà è che se cominciasse a girare certo materiale, allontanerebbe l’utente medio, complicandone l’utilizzo e la diffusione. Come disse Satoshi, I’m sure that in 20 years there will either be very large transaction volume or no volume.
Ecco, vediamo di non far avverare la seconda ipotesi.
Un’ultima questione
Si formeranno Marketplace dove, questi primi storici NFT, verranno scambiati per soldi come le ben più famose Bored Apes della rete Ethereum? Possibile. E’ un problema, no. Ma a quel punto bisognerebbe fare i conti con la propria coerenza. Dopo aver urlato per anni contro le shitcoin, Ethereum su tutte, il rischio di finire nello stesso calderone, specie agli occhi dei meno preparati, anche se le differenze sono molte, è alto. Ciò attirerà molti speculatori, creando una bolla, che quando esploderà, lascerà a terra Bitcoin come un token qualsiasi. E tutto ciò andrà ad inficiare sul prezzo, creando una valanga sempre più devastante. Da qui, dal marketplace OpenSatoshi (di mia invenzione), si potrebbe aprire un mondo solo ipotizzabile.
Ovviamente tutto ciò e una mia provocazione. Bitcoin non farà la fine di un token truffaldino, siamo ben consci di quello che c’è dietro, di quello che è il codice, di quello che è…
Ma cosa è Bitcoin, oggi, agli occhi di una persona normale?
E’ davvero questo che vogliamo per Bitcoin?
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