Una delle difficoltà, quando si parla di investimenti, è uscire al momento giusto. Ci sono istanti, sui mercati, in cui va tutto bene e il proprio investimento comincia a inanellare candele verdi. Giunti a quel punto uscire non è semplice, specie se si sta guadagnando da un investimento come, ad esempio, le memetoken, capaci di decuplicare la cifra iniziali in poche ore.
In rete si trovano diverse linee di pensiero:
Chi fissa una cifra della quale si reputa soddisfatto e, al raggiungimento della stessa, liquida le posizioni a prescindere da come la bullrun possa continuare.
Chi prova a uscire nei pressi dell’Ath.
Chi continua a holdare, non uscendone mai e aspettando il prossimo pump, che “potrebbe essere ancora più incredibile”.
Chi esce a scaglioni durante la salita.
Chi nemmeno si accorge che il suo capitale è cresciuto, perché in qual momento se ne sta disinteressando.
Poi c’è chi, con l’analisi, si posiziona in modo da uscire al momento più opportuno secondo il movimento dei grafici. Questo è un metodo più sicuro ed analitico, sebbene non certo. Ma volendo analizzare le emozioni e i comportamenti dell’investitore medio, lo terremo da parte.
Chi fissa una cifra d’uscita.
Avere una exit strategy non è semplice, soprattutto se l’investimento sta dando i suoi frutti generando soddisfazione dopo mesi di discese e stagnazioni. Fissare una cifra d’uscita è difficile perché non sappiamo se la somma investita potrà davvero arrivarci. In questo caso ci sono due possibilità molto concrete: aspetti, sfiori il punto d’uscita e poi il prezzo dumpa, facendoti rimanere con il cerino in mano e il dito sul tasto vendi. Il secondo caso è forse ancora più frustrante: l’investimento si sta moltiplicando ma noi, memori e frustrati dal primo caso, siamo usciti troppo presto con l’intero capitale. Così non rimane che leggere i tweet di chi si sta arricchendo con una delle bullrun più incredibili di sempre. Fissare un’uscita ha come punto di forza la soddisfazione: se si raggiunge quella cifra, si liquida, gambe in spalle e non ci si pensa più. Ma è un metodo ad alto rischio di senso di colpa.
Chi prova ad uscire sui massimi
Questo è un bel azzardo perché, non esistendo la sfera di cristallo, è impossibile stabilire dove si attesterà il nuovo prezzo massimo di un token. Con l’analisi tecnica si può capire dove la forza di una bullrun potrebbe esaurirsi, ma il resto è puro gambling. Si rischia di ritrovarsi con un pugno di mosche, specie con token che hanno rapide salite seguite da forti pressioni di vendita che fanno tornare il prezzo al punto di partenza in pochi secondi. Anche qui, i rimorsi di non aver premuto il tasto “sell” al momento giusto, potrebbero essere insostenibili.
Chi continua a holdare
Questa non è una exit strategy, nel senso che a holdare a prescindere, non si esce mai. Chi resta fermo anche dopo diversi ATH o è pazzo, o ha in mente un colpo molto più grosso. Succede con i token come Apecoin, dalla quale si attendono grosse performance di prezzo. Apecoin ha appena sfiorato i 25$ partendo dagli 8$ di Marzo, ma numerosi analisti si aspettano possa raggiungere i 50$ nel medio periodo avvicinandosi ai 100$ sul lungo periodo. Allora, in questo caso, può avere senso holdare a lungo lasciando passare gli ATH. Una buona strategia nella strategia potrebbe essere quella di ritirare la quota di partenza, così da lasciare a maturare solo la cifra guadagnata, rivolgendo la liquidità su un altro investimento. Anche questa è una strategia a rischio perché ad aspettare il colpo grosso, spesso succede che il traguardo non si riesca mai a vederlo. Chi vive sperando…
Chi esce a scaglioni durante la salita
Uscire a scaglioni durante la salita del prezzo è forse la strategia migliore per accumulare il guadagno, senza rischiare di perdere il treno e senza scommettere sull’ATH. Probabilmente è il metodo più consigliato anche per entrare in un progetto, mediando il prezzo con più acquisti, specie se quest’ultimo è in discesa. Parlando di exit strategy durante una bullrun, il primo scaglione di uscita si può considerare il rientro del capitale investito. Da lì in poi, è a discrezione dell’investitore. Compiere diverse liquidazioni, avvicinandosi il più possibile ai massimi, massimizza il guadagno e modera il rimorso. Mediare il prezzo in discesa o in salita, è un metodo cauto e saggio di investire.
Chi non esce dalla bullrun perché disinteressato
Sei uscito per fare una corsa, o la spesa, o sei appena partito per una vacanza per staccare da tutto: stai pur certo che la bullrun arriva nel momento peggiore. Quando te ne accorgi, la candela rossa successiva all’ATH ha già divorato metà del tuo guadagno. Succede, ed esistono strumenti messi a disposizione dalle piattaforme per evitare tutto ciò. L’alternativa è buttare sempre un occhio sul cellulare, ma diventa stressante e fa venire voglia di modificare, entrare, uscire e ritoccare continuamente l’investimento. C’è anche chi, invece, investe qualche soldo e poi si dimentica di tutto, perché trascinato dall’hype del momento ma non realmente interessato al mondo delle crypto (e non solo). Paradossalmente questo tipo di persona è quella che ha più possibilità, se ha scommesso sul cavallo vincente, di ritrovarsi un bel gruzzoletto. A volte mettere continuamente mano, entrare, uscire e modificare un investimento, è dannoso e inutile. Essere un holder inconsapevole è una buona strada per guadagnare. A patto di non perdere le chiavi di accesso del wallet.
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